Il declino e la rinascita della India Pale Ale

24 Giu 2024 | News, newsletter

di Stefano Sarasso

‘’When I first tasted it, no beer had ever tasted as good before’’. A dirlo è Pete Brown, scrittore inglese autore di saggi e romanzi con protagonista la birra. L’occasione è il Great American Beer festival di Denver in Colorado nel 2004, quando nel convulso scenario delle espressioni birrarie presenti, si comincia a delineare una vera tipologia di riferimento per la scena artigianale (craft) americana: la India Pale Ale (IPA) o meglio il recupero di una storica ricetta britannica. L’antico stile birrario sta improvvisamente uscendo dall’oblio per diventare ancora più famoso in una America impazzita per il luppolo!
Il termine Pale Ale richiama una famiglia di birre inglesi ad alta fermentazione, prodotte da malti chiari (Pale) con aggiunta di un malto caramello denominato Crystal. Le condizioni agronomiche marittime del Regno Unito sono congeniali alla coltivazione di orzo adatto ad essere trasformato nei malti Pale Ale che insieme ai nobili e delicati luppoli del Kent costituiscono l’essenza dello stile britannico. Il resto è storia!
Nel diciassettesimo secolo migliaia di britannici vivevano in India. La birra rivestiva già un importante ruolo sulle navi come fonte di acqua sanificata attraverso la bollitura, ma ancora più essenziale era la sua funzione nei più fragili ambienti coloniali. Qui il clima tropicale rendeva impossibile la produzione della birra che doveva essere quindi importata attraverso un viaggio per mare di circa sei mesi che prevedeva l’attraversamento per ben due volte dell’equatore.
La più potente corporazione che la storia ricordi, la Compagnia delle Indie si affidò alla reputazione dei birrifici di Burton on Trent. Grazie alle sue particolari acque gessose, la beer town delle Midlands si era da tempo distinta nella produzione di birre molto luppolate, adatte a viaggiare attraverso il Baltico fino alla corte dello Zar a San Pietroburgo. Le proprietà antiossidanti del luppolo e un buon supporto alcolico consentiranno alla Compagnia il trasporto verso Bombay e Calcutta di una birra robusta in grado di sopravvivere al lungo viaggio, persino risultando più snella e piacevolmente frizzante una volta giunta a destinazione.
Il contesto vittoriano legherà a sé la brillante e giallo-ambrata birra di Burton, mentre la tradizionale e scura Porter diventerà lo standard delle classi più povere. Con l’arrivo delle guerre mondiali lo stile di birra coloniale si estinguerà per confluire nelle più agili e meno luppolate Pale Ale e Bitter, quest’ultima, di basso grado alcolico e superbamente rifocillante, ritarderà l’arrivo delle Lager nei pub inglesi di cento anni rispetto al resto del mondo.
Nel 1975 un birrificio di San Francisco, la Anchor Brewing Company darà vita alla Liberty Ale, la prima American IPA, utilizzando per la prima volta a livello commerciale un varietale di luppolo americano di elevatissima intensità amaricante ed aromatica, il Cascade.
Questo pluricentenario stile birrario britannico ha guidato l’innovazione nel settore artigianale americano con crescite del 10% annuali mettendo persino in allerta i colossi Budweiser, Miller e Coors. Le sue moderne incarnazioni hanno esaltato uno straordinario patrimonio di luppoli di espressione esotica che ora spopolano in tutto il mondo esasperando sempre di più le distanze con il mondo delle Lager.

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