Forse è il caso di scomodare Giovanni Pascoli, che in occasione della campagna di Libia nel 1911 pronunciò a Barga il discorso “La grande proletaria si è mossa”, per sottolineare con soddisfazione che oggi la grande nazione del vino, l’Italia, si è mossa per promulgare la legge N. 238 del 12 dicembre 2016 entrata in vigore il 12 gennaio 2017 “Disciplina organica della coltivazione della vite e della produzione e del commercio del vino”.
L’articolo 1 della legge recita: «Il vino, prodotto della vite, la vite e i territori viticoli, quali frutto del lavoro, dell’insieme delle competenze, delle conoscenze, delle pratiche e delle tradizioni, costituiscono un patrimonio culturale nazionale da tutelare e valorizzare negli aspetti di sostenibilità sociale, economica, produttiva, ambientale e culturale». Per la prima volta il vino, la vite e i territori vinicoli sono considerati un patrimonio culturale nazionale da tutelare e valorizzare. Una vera rivoluzione nel mondo del vino. Che non dobbiamo dimenticare rappresenta la punta dell’export italiano con 5,6 miliardi di euro (+4,5%) nel 2016.
Il Testo Unico disciplina il comparto in 91 articoli e rappresenta un esempio di regolamentazione completa in Europa.
Il Convegno “Il Vino italiano tra aspettative e cambiamento. Un’analisi approfondita alla luce del Nuovo Testo Unico sul Vino” promosso dall’Associazione Italiana Sommelier (Ais) con in testa il suo presidente, Antonello Maietta, e la delegazione del Lazio con Angelica Mosetti, con il patrocinio del Mipaaf, si è svolto al Ministero delle Politiche Agricole con la partecipazione del vice ministro Andrea Olivero, il direttore generale dell’ICQRF Oreste Gerini; Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi; Piero Mastroberardino, presidente del Gruppo Vino di Federvini e dell’Istituto del Vino Italiano di Qualità – Grandi Marchi; Vito Intini, presidente dell’ONAV e coordinatore della Consulta del Vino, organismo al quale aderiscono quindici tra le principali sigle del settore enologico nazionale, e infine Antonio Rossi del servizio giuridico e normativo dell’Unione Italiana Vini.
Il presidente dell’Ais Antonello Maietta, che ha fortemente voluto e moderato il convegno, si è augurato che la data del 21 marzo, giorno prescelto per il convegno «sia di buon auspicio e rappresenti l’inizio di una primavera di risveglio e rinascita anche per il vino italiano. Questo incontro ruota infatti attorno all’idea di collaborazione, sinergia e compartecipazione di diverse competenze che insieme rappresentano e delineano il futuro del panorama vitivinicolo».
Andrea Olivero ha annunciato che entro poche settimane arriveranno i primi decreti attuativi al Testo Unico del vino, il documento che per la prima volta unifica tutte le disposizioni che disciplinano la materia del comparto vitivinicolo. «Stiamo lavorando intensamente sui 36 decreti attuativi del Testo Unico del vino; credo che si possa rassicurare tutti sul fatto che non ci saranno ritardi; la macchina è partita, tutto è attivato ci siamo divisi i compiti, le carte non stanno dormendo nei cassetti. Diciamo che entro l’autunno potremmo aver terminato il lavoro».
Riccardo Cotarella nel suo breve intervento sulla mission dell’enologo oggi: «Eravamo considerati chimici negli anni Settanta del secolo scorso, ma dopo lo scandalo del metanolo la figura dell’enologo è stata rivalutata e considerata fondamentale per chi fa il vino», auspicando che il testo unico venga recepito al meglio dal mondo del vino. «Si tratta di leggerlo e capirlo bene – ha concluso Cotarella – e di adeguarsi alle nuove regole scritte per dare maggiore credibilità al settore».
Piero Mastroberardino, presidente del Gruppo Vino di Federvini e dell’Istituto Vino Italiano di Qualità-Grandi Marchi, ha chiesto al vice ministro di avere un’unica stanza di ascolto per accorciare il più possibile i tempi per l’attuazione dei decreti.
Intervento più tecnico quello di Antonio Rossi, responsabile del servizio giuridico e normativo dell’Unione Italiana Vini, che ha illustrato i decreti contenuti nel Testo unico. «Ci sono decreti – ha sottolineato Rossi – che dovrebbero essere approvati nel giro di qualche mese. In particolare il Testo unico ha disposto una semplificazione nei controlli dei vini a Dop con produzioni inferiori ai 10mila ettolitri annui ed è necessario prevedere le relative modalità applicative, così come nelle procedure dei controlli si dovrà tener conto dei nuovi registri dematerializzati per ridurre gli adempimenti burocratici delle aziende. Altro decreto urgente è quello sui sistemi informatizzati di controllo, perché la Legge 238 ha introdotto un sistema telematico di controllo e tracciabilità alternativo al contrassegno di stato per i vini confezionati a Doc e Igt ed è urgente rendere operativa tale possibilità definendo le disposizioni attuative» ha concluso Antonio Rossi.